Le VigneBiodinamiche

L’Azienda, situata nel Comune di Tassarolo, nel cuore del Gavi, possiede 18 ettari di vigneto che circondano la cantina. Le varietà coltivate sono Cortese di Gavi, Barbera e Cabernet Sauvignon. Nel 2006 l’azienda ha cominciato a praticare l’agricoltura biodinamica. Le pratiche di agricoltura biodinamica furono per la prima volta teorizzate da Rudolf Steiner nel 1924 in risposta alla richiesta del Conte Keyserlink e dei suoi contadini che lamentavano l’erosione del suolo e prodotti di scarsa qualità.

Steiner mise in risalto, in un ciclo di conferenze che hanno dato vita al metodo dell’agricoltura biodinamica,l’importanza delle “forze di vita”.

Questo tipo di agricoltura, che si basa sulla qualità del suolo e l’equilibrio della pianta, in pratica prevede il sovescio, i preparati biodinamici – come il cornoletame e il cornosilice – il cumulo biodinamico e i macerati di piante.

Chiaramente non fa mai uso di diserbanti, sostanze chimiche, o prodotti sistemici che entrano nel ciclo delle piante.
Quando arriva la primavera, non si usano i disseccanti – o glifosate – per controllare la crescita dell’erba: si esegue qualche taglio o aratura nel sottofila delle viti e per il resto si convive con l’erba.

Si rispetta la terra da cui proviene la vita. Così si preserva l’ambiente, gli esseriumani e gli animali che vi abitano, le falde acquifere e l’aria.

Contro le malattie della vite si usano solo due prodotti: lo zolfo ed il rame, come facevano gli agricoltori un secolo fa. Le dosi sono limitate e parametrate. Gli organi di controllo della certificazione biologica possono capitare in vigna in ogni momento, prelevare le foglie e farle analizzare. Zolfo e rame non sono prodotti sistemici, ma si dilavano con la pioggia. A fine luglio si fa l’ultimo trattamento se l’annata lo richiede, dopodiché fino alla vendemmia l’uva non si tocca.

Si spruzzano il corno letame ed il corno silice, preparati interamente naturali. Il corno letame si usa più volte sul terreno in autunno e in primavera; il corno silice si spruzza sulle foglie generalmente prima della vendemmia in quanto amplifica la funzione della luce e stimola la maturazione dell’uva.

Nella concimazione autunnale si usa il cumulo Biodinamico compostato per sei mesi ed inoculato con i preparati, composto con letame di bovino, di cavallo, paglia, vinacce.

Inoltre si pianta il sovescio che è un insieme di leguminose che vengono piantate a filari alterni nelle vigne e che crescono fino ad un metro e più di altezza. A maggio-giugno vengono tagliate e interrate. Queste piante forniscono azoto naturale alle viti, fanno respirare il terreno aprendo la terra con le loro radici e creano biodiversità, attraendo le api, le farfalle e altri insetti.

Non bisogna dimenticare che l’ossigeno è il componente più importante per la fertilità della terra. In questo modo si cerca di convivere con la natura e non di dominarla. Si vuole raggiungere l’equilibrio della pianta, non la sua sovrapproduzione.

Si rispetta la terra da cui proviene la vita. Così si preserva l’ambiente, gli esseri umani e gli animali che vi abitano, le falde acquifere e l’aria. La terra è la nostra fonte di cibo e di acqua: cosa lasceremo alle generazioni future se continueremo ad avvelenare la terra, avvelenando noi stessi.