Le Vigne "Chimiche"(o convenzionali)

Spesso i consumatori non sono informati di come si lavora una vigna “chimica” (o così chiamata convenzionale) e di conseguenza di un vino che non abbia in retro etichetta la certificazione biologica o biodinamica. È difficile infatti capirlo se non si lavora in una vigna “chimica”.
Il 99% delle vigne nel mondo sono di questo tipo.

Da aprile fino alla vendemmia in settembre, vengono spruzzati con i trattori o con gli elicotteri fitofarmaci sistemici venduti dalle grandi multinazionali farmaceutiche.
I fitofarmaci sistemici non vengono dilavati dalla pioggia o dal vento, ma penetrano dentro la pianta e in seguito negli acini dell’uva.

Si incomincia in primavera, una stagione dove la campagna è bellissima e ricca di gemme, dopo il lungo letargo invernale, con il disseccante alla base del ceppo della vite. Il disseccante, come suggerisce il nome, causa il disseccamento degli organi con cui viene a contatto, senza essere traslocato. Per questo motivo viene usato anche per la spollinatura chimica, su vite o nocciolo.

Chi non sopporta proprio l’erba lo spruzza anche intorno ai vigneti per decine di metri, non sapendo che inquina e avvelena le falde acquifere:

infatti nelle analisi dell’acqua potabile è molto difficile non trovarlo. In primavera spesso si vede erba secca sui bordi delle strade asfaltate, all’interno di giardini, intorno all’acqua delle risaie, eccetera: significa che queste zone sono state trattate, o sono venute a contatto con il disseccante, perché l’erba in primavera è di un verde intenso.

Passando tra i vigneti, sempre in primavera, troverete il campo stranamente striato da erba giallastra sotto la fila delle viti: è il primo trattamento di disseccante e si spera che siano state rispettate le dosi (perché alcuni non leggono neanche le etichette) e che venga dato con tute e mascherine, perché è molto velenoso per le piante, gli animali e gli uomini.

Il trattamento viene spesso ripetuto una seconda volta, quando le viti sono più grandi.

I fitofarmaci sistemici non vengono dilavati dalla pioggia o dal vento,ma penetrano dentro la pianta e in seguito negli acini dell’uva.

A maggio, con la comparsa delle prime foglie della vite, iniziano i vari trattamenti di sintesi pesanti, sempre sistemici. Ce ne sono di tutti i tipi, e sono tutti tossici per gli uomini, per la terra e per gli animali: alcuni così tossici che senza un patentino apposito non si possono usare (purtroppo i vigili delle vigne non ci sono e pochi hanno il patentino). Questi prodotti accompagnano la fioritura, il grappolo appena nato e la sua evoluzione.

Le industrie farmaceutiche avvertono di non lavorare la vegetazione della vigna quando si danno questi trattamenti, ma tutti i lavoratori lo fanno a mani nude, senza maschere. Ai primi di Agosto si sospende questo avvelenamento sistematico contro le malattie della vite e si comincia a pensare ad un altro veleno: l’antimuffa. È un trattamento che impedisce all’uva di ammuffire prima della vendemmia. Può esser dato solo un mese prima della raccolta perché l’uva non ne venga contaminata. Ma chi è che rispetta questa regola?

Nel mosto e poi nel vino sono presenti tutti i residui dei trattamenti dei mesi passati e dell’antimuffa, che rimangono sulla buccia e dentro l’acino dell’uva che viene pressata, senza essere lavata.

Infatti non è consigliabile mangiarla prima e durante la vendemmia, può essere addirittura pericoloso.

A vendemmia finita si inizia con un altro prodotto “chimico” che si diffonde copiosamente sul terreno: il concime chimico, che oltre a pompare le viti, fa crescere copiosa l’erba che sarà eliminata con il disseccante in primavera. E così si chiude il ciclo della vite, un ciclo che ogni anno avvelena la terra, l’aria, l’acqua, la natura, gli animali e gli esseri umani.

Le api, che sono fondamentali per la riproduzione dei fiori e quindi di frutta e verdure, sono tra le specie a rischio. Nell’estate del 2008 nella zona del Gavi un elicottero ha spruzzato un pesticida molto tossico che poteva essere dato solo con il trattore e un patentino speciale. Sono morte molte api di un nostro amico, grande apicultore biologico

In complesso l’agricoltura convenzionale favorisce il disequilibrio della pianta, al contrario di quella biodinamica che ne favorisce il suo naturale equilibrio: si concima tanto e l’erba cresce più copiosa, quindi si usa il disseccante; si ha una sovrapproduzione di uva per cui talvolta si sceglie la “vendemmia verde”, ossia un diradamento dei grappoli che si fa in luglio-agosto nelle vigne che hanno una produzione troppo abbondante di uva, per migliorarne la qualità.

Nella vigna convenzionale si incomincia a rompere l’equilibrio di una pianta, provocando effetti di disequilibrio a catena per cui l’uomo deve continuare a intervenire: un po’ come il parto che quando inizia con un intervento medico la maggior parte delle volte finisce con un’operazione chirurgica.